WILD BEASTS – BELVE FEROCI

Una sostanza inquinante presente nell’acqua potabile di una grande città fa impazzire gli animali dello zoo, che, usciti dalle gabbie, incominciano a uccidere i passanti terrorizzati.

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Titolo originale: Wild Beasts – Belve Feroci
Anno: 1984 I Paese: Italia
Regia: Franco Prosperi
Attori:  Lorraine De SelleJohn AldrichUgo Bologna
 

Esposto in maniera piuttosto grezza il messaggio ambientalista vanta comunque la sua efficacia.La natura si ribella all’uomo a causa della contaminazione dell’acqua con una sostanza allucinogena che istiga ad un’aggressività spropositata le bestie di uno zoo del nord Europa.Gli animali riescono ad evadere dalle loro gabbie finendo con il seminare terrore e morte tra le vie del centro abitato.Prosperi oltre a biasimare gli abusi dell’uomo nei confronti del mondo animale pone l’accento sul problema della droga,evidenziato sin dalle prime inquadrature dedicate a disgustosi cumuli di siringhe usate,chiaro emblema di una piaga sociale in fortissima diffusione all’inizio degli anni ’80.
“Wild Beasts” si regge su una trama esile e collegamenti spesso contestabili,malgrado ciò non dispiace,sarà che Prosperi già autore di documentari shock tipo “Mondo Cane” o “Africa addio”, sa come muoversi e gestisce alla grande le scene in cui le belve attaccano l’uomo,avvalendosi di pochissimi effetti speciali preferendo attenersi ad un crudo realismo grazie all’impiego di animali ammaestrati e mostrandosi molto parsimonioso nell’utilizzo delle luci.Poco convincenti Lorraine De Selle e soprattutto il baffuto John Aldrich,una sorta di Abantatuono versione “terrunciello”, che mai sembra all’altezza di un personaggio già sviluppato maluccio.
Buona l’idea di coinvolgere anche i bambini,come la natura innocenti vittime della follia umana e tirati in ballo per un epilogo emozionante.
Scene cult:i ragazzi divorati dai ratti,la tigre in metropolitana e l’inseguimento del ghepardo alla tipa in auto.
Resta più di un dubbio sul fatto che nessun animale abbia subito violenze come dichiarato in aperura della pellicola

Recensione da Filmscoop.it