SOTTO MASSIMA SORVEGLIANZA

In una futuristica prigione è rinchiuso un Frank Warren (Rutger Hauer), l’ unico a conoscere l’ ubicazione dell’ ingente bottino della rapina per cui è finito in carcere. Al Villaggio Vacanze (così è chiamata la prigione) tutti i detenuti hanno un collare esplosivo. Nonostante ciò tenta la fuga assieme ad una donna…

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Titolo originale: Wedlock
Anno: 1991 I Paese: U.S.A.
Regia: Lewis Teague
Attori:  Rutger HauerMimi RogersJoan Chen
 

Ci sono stati tempi in cui il futuro era molto più a portata di mano, magari meno bbuio e meno tecnologico, ma più divertente.
Nel futuro dei primi anni Ottanta c’erano città buie piene di pubblicità giapponesi, poi nel 1989 i giapponesi si sono comprati la Columbia Pictures e hanno davvero invaso l’intero immaginario collettivo. Richiamate Rutger Hauer, che c’è da parlare ancora di futuro!
Però le case televisive HBO e ITC non vogliono sprecare soldi e fanno un piccolo film sul futuro, un prodotto talmente di basso profilo… che è addirittura l’unico film in cui c’è il sole nel futuro!

Wedlock viene presentato al Festival di Cannes il 12 maggio 1991 ed arriva nelle televisioni americane il 28 settembre successivo. Con abbondanza di trailer in TV – che mi gustavo a più non posso – il film sbarca in Italia il 15 novembre 1991 con il titolo Sotto massima sorveglianza.
La Eden Video lo porta in VHS in data imprecisata mentre la Eagle Pictures lo presenta in DVD dal 16 febbraio 2011.

Siamo nel futuro degli anni Ottanta, quindi non esistono computer, né informatica, né robotica, né altro. Diciamo che rispetto agli anni Settanta il futuro è parecchio ridimensionato.
Così un terzetto di ladri da operetta organizza un colpo che definire vecchio stile è altamente riduttivo: in pratica sembra il sequel di Operazione San Gennaro (1966)!
Vestiti da parroci con tanto di paramenti sacri, i tre ladri entrano in una banca e procedono alla vecchia maniera: una bastonata alla guardia, un buco nel muro, un taglio ai fili, un premi-pulsante allungabile e una trapanata nella cassaforte. Roba da Tom & Jerry.
E se ne escono con 25 milioni di dollari in diamanti, che ci mettono un attimo a rivendere: se non fosse un buco di sceneggiatura enorme come un palazzo, sarei curioso di vedere il ricettatore che ha tirato fuori dalle tasche tutti quei soldi sull’unghia…

Però da che mondo e mondo i ladri non hanno codice etico, e nel futuro non si fa eccezione. Soprattutto se un ladro ha la faccia da stronzo per eccellenza di James Remar– sempre sia lodato quel dio che gli ha fatto abbandonare il set di Aliens (1986) per lasciare il suo personaggio a Michael Biehn! – e se la ladra è la stella cinese nascente Joan Chen.
Contro questi due nulla può il povero Frank, che ha la pancia e la messa in piega di un Rutger Hauer meno in forma che mai. Presosi una pallottola in corpo, Frank sopravvive ma si ritrova nel futuristico carcere del direttore Holliday (il mitico Stephen Tobolowsky), un “villaggio vacanze” dove si adotta un curioso sistema.
I detenuti non hanno gabbie né catene, ma a due per due dividono un collare esplosivo: se si allontanano più di cento metri dal loro “compagno”, esplodono entrambi. Aspetta, ma questa… l’ho già sentita!

Il collare esplosivo non è una novità, l’abbiamo già visto ne L’implacabile (1987), ma la novità è il discorso della “coppia”, che è una bella trovata di sceneggiatura che dà vita alle uniche scene appassionanti del film.

Se infatti inizia tutto come un prison movie classico, con tanto di comparsata di Danny Trejo e con il bieco direttore che tortura Frank per farsi rivelare dove abbia nascosto i diamanti della rapina, subito si trasforma in un action on the road quando Frank riesce a fuggire con l’aiuto di Tracy (Mimi Rogers, che ha lavorato tantissimo senza mai però lasciare troppo il segno).
In questa parte la tensione cala parecchio e le idee non sono sempre ispirate, tanto che il film sembra durare molto più dei suoi 100 minuti secchi. Onestamente me lo ricordavo migliore, dalla prima volta che l’ho visto.

— Come fai a vendicarti di un tizio che ti tradisce e ti porta via la donna?
— Gliela fai tenere.

La sceneggiatura comunque offre idee intriganti ma a parte qualche situazione ispirata il tutto ha troppo l’aspetto di un film televisivo da pomeriggio di Rete4 per convincere.
Il regista Lewis Teague non è di quelli che fanno scintille, però fa onestamente il suo lavoro e porta a casa il risultato. Sicuramente con L’occhio del gatto (1985) mi aveva fatto più sognare, ma qui è reduce da Navy Seals (1990) dove si vede già che non ha voglia di rischiare: fa le sue cosine al momento giusto e non vuole mai strafare.
Continuerà a sfornare prodottini televisivi e lo ritroveremo in Mistero alle Bermuda(2001), alle prese anche qui con una “normalità normale”.

Ricordo di aver ammirato con piacere i trailer del film quando uscì in Italia, e di aver aspettato il momento di poterlo vedere… poi però ogni ricordo scompare: mi sa che pure la prima volta sono rimasto deluso di averlo visto.
Non sono però deluso di aver speso ben 2 euro per questo DVD, trovato su bancarella: rimane un film simbolico di quegli anni oltre che uno degli anelli della grande catena delle ispirazioni di Battle Royale

Per finire, il momento dedicato a “Doppiaggi Italioti“, che hanno anche videocommentato il film: trovate il video qui sotto.
La storia si chiude con una punchline immotivata del protagonista. Dopo aver fatto saltare la perfida Noelle, dice: «Non sono mai stato molto furbo ma… non ho mai neanche voluto saltare in aria, amore».
È una frase totalmente priva di senso, traduzione pencolante dell’originale «I never was very smart but then… I’m not the one who blew up, lover.» Il concetto è: sarò pure poco furbo, ma non sono io quello che è esploso, amore.
Forse è stato un problema di labiale, ma resta il fatto che la “frase maschia” finale in italiano è totalmente sballata.

Recensione da Il Zinefilo

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