RAPE IN PUBLIC SEA [sub JAP/ENG]

 

Un gruppo di militari proveniente da Hong Kong commette crimini atroci e lascia molte vittime alle proprie spalle. I parenti / amici (tutti vietnamiti) di alcune di queste vittime si incontrano dopo molto tempo e decidono di vendicarsi sulla banda criminale.

 

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Titolo originale: Gung hoi keung gaan fung
Anno: 1995 I Paese: Hong Kong
Regia: Kei-Ying Cheng, Rocky Law (accreditato come Bing-Chan Shek)
Attori: Ching-Ying LamChi Wai TaiWai Shum
 
 

 

Rape in Public Sea è un chiacchieratissimo cat III noto per la sua anomala forma; di base un action con poca azione e un numero abnorme di sequenze di sesso di alterno interesse e con giusto una ai limiti dell’esplicito (altrimenti sulla media del periodo). C’è un perché però dietro a questa forma libera e squilibrata, ovvero che il film è una versione rimontata per Hong Kong di un altro titolo.
The Sad Story of Saigon è un action medio che esce nei cinema taiwanesi ma non va molto bene, motivatamente visto che contiene anche poca azione e ha dei nomi dietro medio-bassi. Nel momento quindi di portarlo ad Hong Kong si opta per togliere parti del film (anche alcune delle poche sequenze d’azione meglio riuscite) e di farcirlo di numerosi ed estenuanti inserti di sesso. Il film così prodotto sarà questo più noto cat III Rape in Public Sea. Come al solito quindi grande confusione tra versioni diverse vhs, laser disc, DVD (?), ognuna con montaggi diversi.

Un gruppo di vietnamiti ha avuto in patria la vita distrutta da un gangster hongkonghese. Una volta ad Hong Kong, uniti a poliziotti internazionali, cercheranno di vendicarsi e abbattere tutta la gang rivale.

Detta così non si allontana da tanto ottimo cinema locale ma la regia di Sek Bing-Chan e Cheng Kei-Ying è pessima e grossolana, le coreografie brutali ma rare e poco inventive e la presenza del grande attore Lam Ching-Ying è ridotta al minimo sindacale. Quasi che questa versione posticcia risulti più piacevole dell’altra visto che gli inutili inserti di sequenze erotiche trascorrono forse meglio del nulla che avanza freddo e con svolte automatiche che non riescono ad evocare empatia o complicità nello spettatore. La fotografia -a differenza di tanti categoria III del periodo- non spicca per qualità e gli unici momenti degni di nota sono il confronto finale (uno scontro di arti marziali in un garage sotterraneo dato in mano a Jeff Falcon e Sophia M. Crawford è stato rimosso da questa versione). Unico elemento “inedito” è il fatto di avere un villain di Hong Kong.
Quindi tutto, dall’azione al sesso, sparatorie e arti marziali sono sotto la media e il film va preso in esame solo per interesse da catalogazione e per la mitologia che lo “circonda”. Prescindibilissimo.

Recensione da Asianfeast.org