Due dinamici giornalisti a caccia di clamorosi scoop si recano in una zona del Centroamerica perennemente sull’orlo della guerra. Ma contrariamente ai programmi, finiscono per cadere nelle mani di un ex agente Cia specialista in golpe.

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Con il gioiellino firmato da Luciano Salce quasi vent’anni prima, nel 1969, questa pellicola condivide solamente il titolo; per quanto sagace e sottile fosse la costruzione fantapolitica alla base della precedente opera, tanto inconsistente ed evidentemente votata all’intrattenimento di un pubblico dalle poche pretese è questa seconda arrivata. Colpo di Stato, peraltro, non è neppure indicativo con precisione di quanto accade nel film: si dovrebbe dire golpe piuttosto, date le circostanze, ma pazienza: inutile sottilizzare. Qui tutto è di grana grossa, a partire dalla sceneggiatura per la quale Fabrizio De Angelis (che come al solito si firma Larry Ludman) si fa aiutare da Dardano Sacchetti/David Parker Jr.; personaggi tagliati con l’accetta, dialoghi raramente verosimili, ma in fondo quel che serve qui è altro e cioè azione, ritmo, avventura, il tutto condito con un pizzico di tensione in uno scenario esotico quanto basta per distrarre il pubblico. E per scimmiottare i prodotti coevi di analogo stampo, naturalmente, poichè in quegli anni uno degli stratagemmi principali con il quale il cinema di genere nostrano cercava di sopravvivere era l’imitazione degli action movie americani. Ludman/De Angelis è stato uno dei maggiori esponenti di tale filone e, a conti fatti, si vede la sua discreta mano; ciononostante il lavoro rimane ancorato ai limiti già citati e poco cambia il pur apprezzabile finale a sorpresa. Interpreti: John Phillip Law, Roger Wilson, Lewis Van Bergen, Katia Betancourt e Franklin Dominguez, tutti nomi che testimoniano la volontà di girare in loco utilizzando attori del posto, altro marchio caratteristico di questo tipo di cinema.

Scritto da mm40 [FilmTV]