ROBOWAR – ROBOT DA GUERRA

Una pattuglia agli ordini del capitano Black viene inviata nelle foreste del sud-est asiatico infestate dai guerriglieri per recuperare o distruggere Robowar, un robot da combattimento sfuggito al controllo del dottor Mascher, lo scienziato che lo ha creato. Mascher, che è al seguito della spedizione, in realtà, non intende affatto fermare la sua macchina volendo, nella sua mente esaltata, dimostrare che contro di essa anche i più esperti combattenti devono soccombere.

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Titolo originale: Robowar – Robot da Guerra
Anno: 1989 I Paese: Italia
Regia: Bruno Mattei (come Vincent Dawn)
Attori: Reb BrownCatherine HicklandMassimo Vanni 
 

Pellicola datata 1988, prodotta dalla Flora Film e diretta dal volpone del “ripoff” Bruno Mattei. “Robowar” è una palese imitazione del ben più celebre “Predator” che commistiona fantascienza, horror e war-movie. Riprendendo anche spunti da “Robocop” e “Terminator” il film di Mattei è tecnicamente decente e ben sfrutta le esotiche locations (le immancabili Filippine) ma purtroppo non offre grossi spunti di interesse né di coinvolgimento. La storia è presto detta: un manipolo di mercenari, specializzati in missioni estreme nella giungla, viene reclutato per uno scopo non precisato, nel fitto di una foresta pluviale. Quando i “nostri” si troveranno sul posto si renderanno presto conto di essere le prede di un cyborg che stermina chiunque gli capiti a tiro. Il ritmo non manca, le musiche di Al Festa hanno un bell’impatto e , nel complesso, Mattei dirige con mano ispirata la vicenda. Ma è proprio la mancanza corposa di situazioni spudoratamente “trash” a rendere, per assurdo, la pellicola poco divertente. “Virus”, “Rats”, “L’altro inferno” sono film sicuramente più raffazzonati e con situazioni involontariamente esilaranti, ma al tempo stesso proprio per i motivi sopraccitati (uniti a massicce dosi di splatter) risultano molto più divertenti di “Robowar” che scorre via e si dimentica in un batter d’occhio. Vuoi per la sceneggiatura con pochissime frecce al suo arco, vuoi per l’eccessiva prevedibilità degli eventi, vuoi per gli effetti speciali modesti ed esangui e vuoi per il cast, non disprezzabile sulla carta, che si rivela però fuori luogo con ,in testa, l’americano Reb Brown, espressivo come un mattone ed unicamente in grado di flettere gli oliati bicipiti. In definitiva “Robowar” è un filmetto di poche pretese, guardabile se si è amanti di un cinema di genere “made in Italy” che è scomparso, purtroppo, per sempre.

Scritto da Alex Visani