TERRORE AD AMITYVILLE PARK

Un alieno (Barry Stokesatterra nella campagna inglese e spaesato inizia a muoversi nella vegetazione. L’ unico rifugio che trova è una casa isolata dove abitano due donne apparentemente amanti. La coppia è composta da Josephine (Sally Faulknere da Jessica (Glory Annen), due persona dal carattere molto diverso. La coabitazione porterà tensioni che sfoceranno in qualcosa di orribile.

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Lingua: 

Titolo originale: Prey / Alien Prey
Anno: 1978 I Paese: U.K.
Regia: Norman J. Warren
Attori:  Barry StokesSally FaulknerGlory Annen
 


Terrore Ad Amytiville Park è chiaramente un titolo super fuorviante non avendo il film assolutamente nulla a che fare con la saga della famosa casa posseduta dagli spiriti dei precedenti inquilini (voglio astenermi da rilasciare qualsiasi commento riguardante un ulteriore titolo alternativo affibbiato alla pellicola ovvero Terrore ad Amityville Park – Il mistero della sfinge… la sfinge??? Fumato pesante???).

Non c’è nessun link storico/culturale che colleghi la pellicola qui recensita a tutto quello chè è l’ immaginario delle possessioni, anzi qua si parla addirittura di alieni. E’ più associabile ad una pellicola come Xtro: Attacco Alla Terra, dove per l’ appunto un alieno atterra sulle campagne inglesi con l’intenzione di studiare/inseminare qualche giovane donna terrestre (non a caso il regista del film recensito, Norman J. Warren, girò appena 3 anni dopo il famoso capolavoro trash Inseminoid). Il titolo originale Prey (il nome originale della pellicola che tradotto vuol dire “Preda”) è invece magnificamente riassuntivo di quello che è il contenuto della vicenda. Un predatore che, è si venuto a prendere informazioni sui terrestri, ma che non può prescindere dall’ essere un predatore, cacciando e sbranando al momento del bisogno. Essendo stati gli anni ’70 il periodo di maggiore riflessione e critica dell’ uomo su sè stesso, è facile immaginare che anche a questa pellicola sia stata affidata la missione di indagare la contraddizione tra intelletto e istinto che alberga in tutti noi.

L’ alieno in pratica sarebbe la nostra parte istintiva/animalesca e le due donne quella più umana, dove Josephine rappresenta più l’ autorità dominante e Jessica la bambina insicura. C’è da dire che entrambe sono molto immature e ben poco efficienti nel risolvere problemi, mentre l’ alieno sembra nettamente in vantaggio a livello di doti di sopravvivenza. Lascio a voi la migliore interpretazione. Dopo questa digressione è ora di parlare della confezione. Come ci si può immaginare questi film artistico-indipendenti (un po’ pretenziosamente “concept art”) hanno a disposizione solitamente un budget inappropriato per la realizzazione di un film decente. Qui ci si barcamena tra tre attori in croce e location molto ripetitive (dintorni della casa + casa).

Ci sono buffi effetti speciali splatter (la faccia del protagonista di tanto in tanto assume le fattezze di un cane!) e scene di tensione che ricordo sommariamente efficaci. Una nota di merito va alla colonna sonora. Ho visto questo film un po’ di tempo fa ormai e non vorrei sbagliarmi ma mi ricordo che mi impressionò positivamente. Per concludere ritengo che l’ intera operazione può annoverarsi tra quei film di “sperimentazione” che è interessante conoscere, tutta via la solita grigia e compita sobrietà inglese interviene negativamente sulla mia considerazione generale rendendo tutto un po’ opaco e piatto , non facendo sfondare la pellicola verso orizzonti di gloria.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo

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