L’UOMO PUMA

 Una antica leggenda azteca narra che nella notte dei tempi un dio bianco venuto dalle stelle scese sulla Terra e fu padre del primo Uomo Puma” Questa è l’ inizio di una fantastica vicenda dove un comune studioso di archeologia di origini americane di nome Tony Farms (Walter George Alton) viene a contatto con un omone messicano di nome Vadinho il quale afferma di essere il sacerdote degli Dei e di avere una cintura magica per lui.

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Titolo originale: L’Uomo Puma
Anno: 1980 I Paese: Italia
Regia: Alberto De Martino
Attori: Walter George AltonDonald Pleasence, Miguel Ángel Fuentes
 

Non è certo raro trovare una recensione del film navigando nella rete, essendo questo un episodio esemplificativo di che cosa si intende con il termine B-movie. Tuttavia sono convinto che la divulgazione non si debba fermare per così poco e che qualcuno potrebbe anche partire da questa recensione per conoscere questa perla rara di oscenità cinematografica. L’ Uomo Puma è un film estremamente artigianale fatto chiaramente da adulti cresciuti a pane e Nembo Kid (aggiungiamoci anche i vari Nick Carter e Alan Ford tra le influenze), la trama è proprio quella del fumetto che più fumetto non si può, con la bella da salvare e un villan che non appare però molto cattivo, purtroppo per il caro Donald Pleasence, il suo personaggio sembra più che altro un mago Olthelma senza palandrana affetto da smanie di conquista del mondo. E’ chiaro che questo film è nato per sfruttare il cult di Hollywood Superman di appena due anni prima, tuttavia al botteghino fu una catastrofe e i produttori chiesero subito la restituzione di parte dei soldi anticipati. Il povero Alberto De Martino, giunto qui al suo venticinquesimo film, si lamenta in un’intervista rilasciata per Stracult di essere stato abbandonato dal suo socio, Italo Zingarelli, il quale se ne andò fuori Italia a girare Io Sto Con Gli Ippopotami, lasciando di fatto De Martino alla regia e alla produzione esecutiva (decidere quanto e quando spendere insomma). Vuoi e non vuoi, il film è fatto proprio male con pochi mezzi e con una sceneggiatura da appallottolare e tirare in faccia allo scrittore istantaneamente. Oltre agli effetti speciali ridicoli come movimenti convulsi della macchina da presa per simulare il flusso della dominazione mentale, oppure sovrapposizioni assurdi di proiezioni orribili per simulare il volo, la cosa più scandalosa sono i dialoghi, stupidi, ovvi e ridondanti come veramente pochi film al mondo. Veniamo così a sentire frasi come “Credo che non ci sia morto più cadavere di questo” oppure “Ormai sei finito Kobra“. E poi spiegatemi perchè questa Jane che dovrebbe essere olandese (essendo la figlia del console olandese) debba avere un odioso accento inglese, quando il film è ambientato a Londra e nessuno parla come lei? E poi più che accento inglese pare Cicciolina. De Martino spiega anche che questo voleva essere un film giocoso e allegro, lo testimoniano le scazzottate alla Bud Spencer con tanto di commento musicale molto simile ai film da scazzottata che andavano a quei tempi, molto più pesante da digerire è però la sequela di gag comiche che vogliono fare ridere, ma non fanno ridere. Forse a qualcuno strapperanno un sorriso ma sarà unicamente per la puerilità con cui sono messe in scena e non certo per qualche brillante idea scritta su quella sceneggatura buna solo per alimentare il camino.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo