NATO PER COMBATTERE

 

La reporter Maryline Kane (Mary Stavin) assume l’ ex soldato Sam Wood (Brent Huff) come guida per un reportage sul Vietnam e il periodo di guerra appena terminato. Sam si è ritirato a vita privata e passa il suo tempo ad ubriacarsi nelle bettole. Con estrema riluttanza accetta l’ incarico convinto dall’ offerta monetaria della bionda americana, nonostante per lui il Vietnam abbia voluto dire una dolorosa prigionia e la perdita di tutti i suoi commilitoni. Giunti sul campo Sam scopre la vera intenzione della giornalista, farsi aiutare nel ritrovare suo padre, il generale Weber (John Van Dreelen) ancora prigioniero dei viets. Maryline si fa aiutare anche da Alex Bross (Romano Puppo) che è incaricato dal pentagono di recuperare i prigionieri, generale Weber compreso. Sam scoprirà a suo malgrado che Weber è tenuto prigioniero da una sua vecchia conoscenza di quando era militare, il volta faccia Duan Loc (Werner Pochath) una mente viscida e sadica. In un rapporto di tira e molla Maryline e Sam tenteranno di salvare Weber, all’ insaputa dei vari intrighi dietro a questa missione.

 

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Titolo originale: Nato per Combattere
Anno: 1989 I Paese: Italia
Regia: Bruno Mattei
Attori:  Brent HuffMary StavinWerner Pochath
 

 

 

Che cos’ è Nato per Combattere Born to Fight? E’ un puro film d’ imitazione per il mercato estero, una macedonia di imitazioni sarebbe meglio dire. La sceneggiatura contorta e scricchiolante in ogni dove si regge infatti su ruberie da Crocodile Dundee, Rambo 2, Commando e persino da lavori di Mattei stesso come Robowar Trappola Diabolica (a.k.a. Strike Commando 2) avente medesime location e cast. Gli stessi attori sono anche in Cop Game, e qui nonostante sappiamo bene che il duo Mattei – Fragasso (altri film recensiti di Mattei qui e di Fragasso qui) era abituato a girare 2 film in 1, ci immaginiamo addirittura una tripletta carpiata di ricicli che comprenderebbe Cop Game, Trappola Diabolica e Nato per Combattere. Fantapolitica? Ma si perchè no. Come già scritto in Cop Game questo film fa parte di un lotto di film tutti girati nelle Filippine fatte passare per Vietnam, tutte pellicole alla Rambo 2 per intenderci, che variano di poco tra di loro a seconda di quale film si vuole scopiazzare oltre a quello con Stallone. Passiamo ora al film di cui parla questo articolo. Una divertentissima pellicola d’ azione che sembra una specie di parodia alla Hot Shots solo non così esplicita,   non si capisce poi se l’ effetto parodistico sia volontario o meno. Ci sono i vietnamiti che sono un po’ troppo alti e ce n’ è uno che sembra un messicano (altra riprova che sono nelle Filippine), c’è la foresta vietnamita che pare girata nel giardino dell’ hotel dove viveva la troupe, chiunque abbia visto qualsiasi film serio ambientato in Vietnam (anche un cazzo di Forrest Gump) capisce che quella non è la foresta vietnamita, caratterizzata per altro da piante dalle foglie molto larghe e da un’ umidità pazzesca che cozza col perenne sole di questo film. Le musiche di Al Festa alzano di molto il livello trash del film, vogliono rimandare a musiche che si sentono nei film di George Lucas (tipo Indiana Jones o Guerre Stellari) ma sono semplicemente ridicole e verso le fine mi pare di aver sentito diversi score già sentiti sempre nel malloppo viet-movies sopracitato, nulla di più facile. Un velo pietoso sui paurosi buchi di sceneggiatura che vi invito a individuare da soli. Mi sono tenuto per ultimo l’ aspetto più ridicolo dell’ intera pellicola: la recitazione. Vi prego se potete guardate il film nella versione originale (coi dialoghi inglesi). Una cagna gambizzata reciterebbe meglio della Mary Stavin che probabilmente non si rendeva conto di dove fosse e spesso si riprendeva da stati confusionali per poi accorgersi di dover dire qualcosa davanti alla camera. Tutti gli altri attori fanno schifo compreso Werner Pochath che recita con uno stupidissimo accento crucco, anche John Van Dreelen nonostante sia un veterano del cinema riesce a dare il peggio di sè. E come ciliegina sulla torta lui: Brent Huff. Ci regala un’ interpretazione incommensurable, sembra la brutta copia di Crocodile Dundee, John Rambo, Ace Ventura e Duke Nukem messi assieme. Ogni cazzo di volta che apre la bocca deve dire una cazzo di battutina cinica e strafottente (classica comicità di destra filo americana) che gli ha messo in bocca Fragasso, ogni cazzo di volta. Mi è piaciuto moltissimo un tormentone ricorrente in puro stile videogame, ripetuto dopo assurde imprese del protagonista: “It can be done”, come una specie di sfottò agli eroi imitati che compiono gesta umanamente impossibili, come a rassicurare lo spettatore che si, ha veramente visto quello che ha appena visto. Immancabile la smitragliata a rallenty con bicipite che trema a ritmo dei bossoli che escono dall’ arma (e a seguire un vero instant cult del trash che non vi svelo). Da vedere, davvero.

Curiosità:

Scritto da Il Guardiano dello Zoo