L’ATTRAZIONE

 

Nadine (Florence Guérin), fotografa di moda, accetta la singolare sfida a scacchi che le ha proposto il ricco Victor Schneider (Marino Masé). La posta in gioco è lei stessa.

 

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Titolo originale: L’Attrazione
Anno: 1987 I Paese: Italia
Regia: Mario Gariazzo
Attori: Florence GuérinMarino MaséMartine Brochard
 

 

Concludo con questo film le recensioni dedicate all’ inopportuna avventura nel cinema erotico da parte di Mario Gariazzo regista a cui tutti gli amanti del trash dovrebbero fare un monumento per le sue pellicole a dir poco bizzarre, per non dire.. brutte. Questo film si discosta molto dall’ aria giocosa e vattelappesca degli altri due film che compongono il trittico erotico del tardo Mario Gariazzo (ricordo che le altre due pellicole sono Sapore di DonnaIntrigo d’ Amore), con conseguenze a dir poco DISTRUTTIVE. Perchè? Perchè non c’è film che detesto di più di un film brutto che ha la pretesa del film d’ autore. Ecco, L’ Attrazione è questo. Se all’ inizio la pellicola promette bene con l’ incipit della trombata a sorpresa nel treno (buona la fotografia e la regia), subito dopo veniamo catapultati in un ecatombe testicolare, un viaggio verso l’ ignoto (parlo della sceneggiatura) e la noia disseminato di dialoghi riempitivi o fintamente colti, spesso demenziali (ma non abbastanza da alzare il livello dell’ attenzione). Il tipo di dialoghi che si possono trovare in uno sciocco romanzo rosa da spiaggia, inseriti in una pretenziosa pellicola finto autorale, che di erotico ha veramente poco e che osa addirittura sfiorare il thriller a pellicola già fottuta. Il lato erotico è rappresentato dal solito piedino sotto al tavolo (troppo breve per essere interessante), brevi inquadrature di seni e qualche fugace culo… niente che non si possa trovare in un qualsiasi film d’ azione moderno. L’ idea degli scacchi non era male ma andava sfruttata con soluzioni più sadiane e non certo con questa robetta per casalinghe annoiate. Rimangono gli assurdi stereotipi dell’ erotico italiano dove tutte le donne del film sono perdutamente innamorate del protagonista per motivi non meglio comprensibili nè tantomeno spiegati. Questo e il sax. Vederlo fino alla fine è veramente un’ impresa, poichè nonostante duri solo 81 minuti, la percezione viaggia oltre le due ore.

Scritto da Il Guardiano dello Zoo